L'articolo Chi è il dentista e come lo diventa sembra essere il primo su DalDentista .
]]>Cominciamo con lo sfatare un primo mito: il dentista non è un tecnico. Non esistono scuole di specializzazione o corsi professionalizzanti autorizzati a formare questa figura.
Il dentista è un medico. Nulla di strano in realtà, se si pensa che stiamo parlando di qualcuno in grado di eseguire anche complicate operazioni con bisturi e anestesia. Quindi, come ogni medico, anche l’odontoiatra deve conseguire una laurea.
Il Corso di Laure Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria ha attualmente una durata di sei anni. Per accedervi non è sufficiente fare l’iscrizione come per altri ambiti universitari, ma è necessario superare un test nazionale molto difficile e selettivo. Solo pochissimi studenti, meno di 800 ogni anno in tutta Italia, vengono ammessi. In questo modo si cerca di garantire la miglior preparazione possibile ad ogni aspirante camice bianco, che viene seguito e formato con più attenzione rispetto ad un normale studente.
Ora siamo pronti a sfatare un secondo mito: gli studenti di Odontoiatria non studiano solo la bocca e i denti. I primi anni seguono un programma molto simile a quello del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia (in cui vengono formati gli altri medici), sostenendo esami come anatomia, fisiologia, farmacia e neurologia. Solamente la seconda parte del loro percorso di studi è focalizzata sul cavo orale.
Per completezza, è necessario sfatare anche un terzo mito: i dentisti non sono tutti uguali. Anche per questo professionista, come per ogni altro medico, esistono vari corsi di specializzazione. I sei anni di studi non sono necessariamente la conclusione di un completo percorso formativo. Ogni odontoiatra può, a seconda dei propri interessi, decidere di approfondire le proprie conoscenze in un determinato ambito. Non tutti i dentisti ad esempio si occupano di ortodonzia (ebbene sì, chi mette gli apparecchi deve essere necessariamente un dentista laureato!) oppure di chirurgia. Per questo non stupitevi se, in caso di particolari necessità, il vostro dentista dovesse suggerirvi di rivolgervi ad un suo collega: la collaborazione tra professionisti può essere fondamentale per la buona riuscita della cura del paziente.
Nessuna delle altre figure che potreste incontrare all’interno dello studio dentistico potrà mai sostituirsi all’odontoiatra! Assistenti alla poltrona, igienisti dentali e odontotecnici hanno la propria formazione e le proprie competenze, ben diverse rispetto a quelle del medico e che con lui non si devono mai confondere.
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]]>L'articolo Igiene orale: perché è importante pulire la lingua? sembra essere il primo su DalDentista .
]]>E’ stato dimostrato che, una buona igiene della lingua, aiuta a ridurre il livello di streptococcus mutans, uno dei batteri responsabili della carie, prevenendo complicanze mediche. Inoltre, noterete subito una forte riduzione dell’alitosi, con una sensazione di freschezza e pulizia che la semplice igiene dei denti non può lasciare.
Vediamo ora come si può fare per pulire la lingua correttamente.
Esiste uno strumento apposito per la pulizia della lingua che viene chiamato “nettalingua” o “puliscilingua”, che può essere in plastica o in acciaio. Utilizzarlo è davvero semplice: basta appoggiarlo sul dorso della lingua, premere (sempre con grande delicatezza) e tirarlo in avanti, ripetendo il movimento per un numero di volte ritenuto adeguato al completamento della pulizia. E’ fondamentale, come per lo spazzolino normale, assicurarsi di pulire accuratamente lo strumento dopo ogni utilizzo, per evitare che vi si accumulino batteri, anche semplicemente lasciandolo esposto ad un getto di acqua pulita per alcuni istanti.
Se non avete a disposizione un puliscilingua, non disperate: anche un semplice spazzolino da denti potrà aiutarvi nell’operazione. Passatelo con delicatezza e molta attenzione (usate uno spazzolino dalle setole molto morbide per evitare di causare piccole lesioni) eseguendo lo stesso movimento descritto sopra.
In commercio esistono ormai anche spazzolini con pulisci lingua incorporato, per facilitare l’igiene orale quotidiana.
E’ importante fare attenzione a non esercitare mai una pressione eccessiva, per evitare di provocare piccole lesioni e fastidiose irritazioni. Non solo si rischia di graffiarsi, ma non se ne trae nemmeno alcun vantaggio! Sarà sufficiente strofinare in maniera superficiale, accurata, ma delicata, il dorso della lingua, per rimuovere lo strato che vi si accumula e ridurre il numero di batteri che possono causare carie.
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]]>L'articolo Denti bianchi: cosa fare (e non fare) per avere un sorriso smagliante! sembra essere il primo su DalDentista .
]]>Sicuramente, un bel sorriso e dei denti bianchi sono un ottimo biglietto da visita: ci fa sentire più sicuri, indica cura di sè, attenzione alla propria salute e, non meno importante, ricopre un importante valore estetico. Ci rende più gradevoli agli occhi degli altri, svolgendo un ruolo fondamentale anche nei rapporti sociali. Chi si sente sicuro del proprio sorriso apparirà sicuramente più gradevole, aperto e socievole, e non è cosa da poco.
Cercando su internet, troverete infiniti rimedi “fai da te” sbianca-denti, ma attenzione! Assumere atteggiamenti come strofinare il limone sui denti ogni mattina potrebbe danneggiare gravemente il vostro smalto. Ricordate, prima di agire, che anche se vi sembra di usare prodotti naturali e quindi innocui, è sempre bene rivolgersi ad un esperto: meglio prevenire, che curare!
Prima di tutto, va specificata una cosa: i denti gialli non sono necessariamente sinonimo di poca cura. Esistono infatti diversi fattori che possono contribuire a “macchiare” il nostro sorriso.
Di sicuro, una poco frequente o superficiale igiene orale è una delle più importanti cause, con i conseguenti antiestetici depositi di placca e di tartaro, ma anche le nostre abitudini possono contribuire. Bere molto caffè o tè ad esempio può ingiallire i denti; noti sono anche gli effetti del fumo, che può causare antiestetiche macchie marroncine, come masticare tabacco. Anche alimenti come la liquirizia o le bibite colorate possono contribuire ad ingiallire il nostro sorriso.
Non meno importante, è l’avanzamento dell’età. Con il passare degli anni infatti i nostri denti tendono a virare verso un colore più scuro, meno gradevole.
Fondamentale è comunque capire che, indipendentemente da tutti i nostri sforzi e le nostre cure, ognuno di noi è nato con un determinato colore di smalto, che non sempre può essere bianco brillante. Per “modificare” questo colore e renderlo più simile a quello che vorreste per i vostri denti, dovrete rivolgervi al vostro dentista, che vi aiuterà ad individuare la gradazione di bianco più adatta a voi, donandovi il sorriso che avete sempre sognato.
Attenzione però! In molti commettono l’errore di rivolgersi al proprio dentista nella speranza di ottenere uno di quei sorrisi scintillanti stile Hollywood, con denti di un fintissimo bianco-piastrella. Non esagerate! La qualità, sta nel mezzo: scegliete una sfumatura naturale, che vi faccia risplendere, senza attirare troppa attenzione!
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]]>L'articolo Parodontite e sanguinamento gengive: molti italiani non sanno di soffrirne sembra essere il primo su DalDentista .
]]>L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto delle ricerche da cui è emerso che la parodontite, malattia del tessuto che sostiene i denti, sta mettendo a rischio non solo la salute orale dei cittadini, ma anche la qualità della vita e i rapporti sociali.
La parodontite infatti comporta problematiche sociali come assenza dal lavoro, da scuola, costi per le cure e per la protesizzazione (se trascurata, questa malattia favorisce l’edentulia, ovvero la perdita dei denti).
E’ stato calcolato che si potrebbe risparmiare fino a un miliardo di euro all’anno, se gli italiani ponessero maggior cura ed attenzione alla sintomatologia orale. Solo in Italia ci sono circa 20 milioni di persone over-35 che hanno a che fare quotidianamente con gengive sanguinanti o dolenti e che sottovalutano la cosa, ritenendola parte “normale” della propria igiene orale. Tutto ciò porta molti pazienti ad essere completamente ignari di essere affetti da parodontite, rimandando così le visite dal dentista e la cura di questa importante patologia.
Il campanello d’allarme par il paziente deve essere il sanguinamento gengive. In questo caso, lo spazzolamento e le altre azioni legate all’igiene quotidiana possono già non essere più sufficienti.
E’ fondamentale allora rivolgersi il prima possibile al proprio dentista di fiducia, che sarà in grado di fornire le cure adeguate e mirate alla singola situazione: ogni caso ha caratteristiche diverse che devono essere individuate per garantire le cure più efficaci.
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]]>L'articolo Come trovare il dentista aperto agosto più vicino a te sembra essere il primo su DalDentista .
]]>Non temete! Grazie al progetto dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI) “Sorrisi d’Agosto”, potrete trovare il dentista aperto ad agosto più vicino a voi, in qualunque città italiana vi troviate.
Sarà sufficiente accedere al sito http://www.obiettivosorriso.it/iniziative/sorrisi-dagosto, cliccare sull’immagine che riporta la scritta “Sorrisi d’Agosto” e selezionare sulla mappa dell’Italia visualizzata la regione e la provincia in cui abbiamo la necessità di trovare un dentista. A questo punto comparirà l’elenco di tutti gli studi dentistici ANDI che hanno aderito all’iniziativa.
Oppure potrete chiamare il numero verde 800.911.202.
Di ogni studio dentistico vi sarà indicata l’ubicazione, il numero di telefono e i giorni in cui è aperto.
Partite più sereni, e godetevi queste splendide vacanze
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]]>L'articolo Test: calcola il rischio di carie dentale nel bambino sembra essere il primo su DalDentista .
]]>No – da basso a moderato rischio
Sì – Alto rischio
I breckets e l’apparecchio rendono più difficile pulire i denti. Se il cibo rimane incastrato sotto l’arca o tra i denti, la placca che si forma può portare a carie. L’ortodontista potrà raccomandare che il bambino utilizzi un collutorio al fluoro o l’applicazione di un gel al fluoro ogni giorno. Questo può contribuire a rafforzare i denti e difenderli dalla carie dentale.
No – da basso a moderato rischio
Sì – Alto rischio
Situazioni particolari possono rendere il bambino maggiormente esposto allo sviluppo di carie dentale. I bambini con difficoltà fisiche o mentali possono avere particolari difficoltà nella pulizia dei denti e per questo possono avere bisogno di più aiuto o supervisione.
In questi casi potrebbe essere utile considerare spazzolini da denti a batteria, che non richiedono movimento complessi. Alcuni devices poi permettono di passare il filo utilizzando una mano sola e semplificando molto la tecnica di utilizzo.
Alcuni farmaci possono rendere più probabile che il bambino sia suscettibile a carie dentale.
No – da basso a moderato rischio
Sì – Alto rischio
I bambini che ancora utilizzano il biberon dopo i 3 anni d’età, hanno un rischio maggiore di sviluppare carie se la bottiglia contiene un liquido diverso dall’acqua. Quando i denti di un bambino sono costantemente esposti alle bevande che contengono zuccheri, i batteri del cavo orale producono acidi, che possono causare danno ai denti. Più volte al giorno i denti di un bambino sono coperti da una bevanda zuccherata, più alto è il rischio di un grave deterioramento.
Per questo è importante incoraggiare i bambini a bere da una tazza quando si avvicina il loro primo compleanno. I neonati devono essere svezzati dalla bottiglia a 12 a 14 mesi di età.
In conclusione tanto maggiore sarà il numero di risposte “negative”, cioè che evidenziano il rischio di carie, maggiore attenzione andrà fatta per migliorare la situazione orale del bambino e maggiori consulti con il dentista e l’igienista saranno da pianificare.
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]]>Due volte al giorno – Basso rischio
Una volta al giorno – Rischio moderato
Meno di una volta al giorno – alto rischio
I dentisti raccomandano di lavare i denti almeno due volte al giorno per ripulire questi dal cibo e dalla placca. Le carie, non possono nascere senza i carboidrati che si trovano in molti alimenti. I batteri hanno bisogno dello zucchero presente nei carboidrati per produrre acidi, che intaccano i denti.
La placca è una sostanza morbida, appiccicosa che si attacca ai denti. Esso contiene batteri e altri microrganismi, aggregati insieme con pezzetti di cibo. La placca comincia a formarsi subito dopo un dente che è terminata la procedura di spazzolamento dei denti. Questo è il motivo per cui è importante spazzolare i denti regolarmente, continuamente.
Sì – da basso a moderato rischio
No – Alto rischio
Le carie si formano quando i batteri nella bocca producono acidi che provocano minerali a percolare dei denti. Questi danneggiano lo strato esterno del dente, lo smalto. Il fluoro aiuta a sostituire i minerali che si perdono e rafforza i denti. E ‘importante utilizzare un dentifricio contenente fluoro.
Siate cauti su come il bambino usa il dentifricio al fluoro. I bambini infatti rischiano di ingoiare il dentifricio, invece di sputare e sciacquare come dovrebbero. Bisogna perciò utilizzare solo una piccola quantità di dentifricio ed evitare dentifrici aromatizzati che potrebbero favorire la deglutizione con il loro gusto piacevole
Sì – Basso rischio
No – Rischio moderato
I sigillanti sono rivestimenti protettivi realizzati in materiale resinoso, che sono inseriti sulle superfici di masticazione dei denti permanenti (molari e premolari). I solchi e fossette di questi denti sono difficili da pulire ed a alto rischio di carie dentale nel bambino. Si tratta di un ambiente perfetto per la crescita dei batteri che causano la carie.
I sigillanti coprono i solchi e fessure e rendono la superficie di masticazione più liscia, con conseguente difficoltà da parte del cibo di rimanere sui denti. Al vostro bambino possono essere applicate più sigillature contemporaneamente in una stessa visita odontoiatrica.
Una o due volte l’anno – Basso rischio
Mai – Alto rischio
Uno dei modi migliori per mantenere i denti del vostro bambino in buona salute e per prevenire la carie dentale nel bambino, è quello di portare regolarmente il bambino da un dentista o igienista dentale.
Questi potranno controllare i denti e la bocca del bambino e suggerire modifiche alle abitudini che possano mantenere la bocca del bambino più sana
Anche se i denti del vostro bambino sembrano star bene, è una buona idea portarlo dal dentista ogni sei mesi, o almeno una volta all’anno. Il dentista può aiutare anche nel comprendere lo stadio di sviluppo del bambino e capire come questo stia crescendo.
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]]>Vediamo allora una serie di domande, che aiuteranno i genitori a capire in che situazione si trovi il proprio figlio e quale sia il rischio di carie dentale nel bambino.
No – Basso rischio
Sì – moderata a rischio elevato
Quando si tratta di carie, il passato è il migliore indicatore di ciò che può accadere in futuro. Se il bambino ha avuto una carie, la sua bocca ha i batteri necessari perché questa si manifesti nuovamente. Più carie ha avuto il vostro bambino, più è probabile che lui/lei ne abbia in futuro
No – Basso rischio
Sì – moderata a rischio elevato
Una macchia bianca gessosa, in particolare lungo il margine gengivale, è il primo segno visibile che una carie può essere in via di sviluppo. Le macchia bianca comincia a formarsi quando i minerali dello smalto sono intaccati, ma in questa fase c’è ancora possibilità di regressione della situazione. In questa fase, il processo di decadimento può essere invertito. A casa, è possibile applicare fluoro per le macchie bianche e utilizzare sciacqui e dentifrici al fluoro. Questi possono aiutare il dente a riparare al danno. Un cambiamento nelle abitudini alimentari del bambino può anche aiutare ad evitare un ulteriore decadimento.
Se si vede una macchia bianca su uno dei denti del vostro bambino, è importante che il dentista del bambino a dare un’occhiata. Si deve chiedere al dentista o igienista dentale quali cambiamenti si può adottare per prevenire un ulteriore peggioramento e per proteggere i denti del vostro bambino in futuro. Le macchie bianche possono essere espressioni di altre condizioni quindi è importante che il bambino sia visto da un dentista.
No – Basso rischio
Sì – moderata a rischio elevato
La placca è un appiccicoso film, giallo-bianco che si forma sui denti, in particolare lungo la il margine gengivale, dove si deposita. Si tratta di una miscela di batteri e altri detriti. A meno che non sia rimossa regolarmente e completamente, la placca diventa agente attivo e scatenante della carie dentale e provoca anche infiammazione alle gengive.
I bambini che hanno placca sui denti anteriori superiori sono ad alto rischio di carie in via di sviluppo. È possibile controllare quanta placca sia accumulata, strisciando delicatamente un unghia lungo il bordo gengivale dei 4 denti anteriori superiori.
Ecco la seconda parte del test
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]]>L'articolo Cos’è un granuloma e come rimuovere questa infezione sembra essere il primo su DalDentista .
]]>In un altro articolo viene descritta la pulpite come un fenomeno infiammatorio a livello della polpa. Come è stato accennato in quello stesso articolo, la polpa occupa una cavità chiusa all’interno del dente. Nel momento in cui va incontro a infiammazione irreversibile, quindi, il tessuto si troverà in un certosenso “intrappolato” e l’infiammazione non potrà regredire, proprio perché non troverà una qualche valvola di sfogo. Ciò porterà quindi alla morte (necrosi) del tessuto pulpare, che a quel punto non manifesterà particolari sintomi dolorifici, dato che la necrosi avrà coinvolto anche le terminazioni dei nervi che conducono lo stimolo del dolore. Verrà quindi ad accumularsi una certa quantità di materiale necrotico, cioè detriti degli stessi tessuti morti, misti ad altri prodotti infiammatori (definiti anche “tessuto di granulazione”) e ai batteri che hanno sostenuto l’infiammazione. Questo materiale, sempre per il fatto di non avere un modo di defluire verso l’esterno, tenderà ad accumularsi presso l’apice del dente, ovvero presso gli sbocchi dei canali che percorrono le radici e sono direttamente collegati con la camera pulpare.
Questo fenomeno può acutizzarsi, manifestandosi come un ascesso, ossia la formazione di un gonfiore (causato da una raccolta di pus) accompagnata da una forte dolenzia. In alternativa o in seguito può ulteriormente cronicizzare, con il deposito di tessuto di granulazione e la formazione, quindi, di quello che viene appunto detto un granuloma. Nella maggior parte dei casi, il paziente non proverà particolari stimoli dolorifici; alle volte, semmai, potrà percepire un fastidio durante la masticazione. Ciononostante, il granuloma può progredire, impegnando ulteriomente i tessuti ossei che circondano l’apice. Dal punto di vista della diagnosi, può essere molto utile per l’odontoiatra valutare un dente con sospetto granuloma tramite l’effettuazione di una piccola radiografia endorale.
Parlando invece di trattamento, va detto in primo luogo che un granuloma “vero” non può regredire in maniera autonoma. Il trattamento consiste quindi nella terapia canalare, ovvero il corrispettivo della devitalizzazione in un dente che ha già perso la propria vitalità. Nel caso in cui il granuloma permanga dopo la devitalizzazione o si presenti addirittura in un dente precedentemente devitalizzato, il clinico potrà decidere di monitorare il dente nel tempo o attuare immediatamente un ritrattamento (ossia eseguire una nuova terapia canalare dello stesso dente). In questi casi, che possono essere anche molto complessi in fase di valutazione, è fondamentale che il dentista informi passo passo il paziente, con il quale dovrebbe agire sempre in accordo.
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]]>L'articolo Pulpite: vi spieghiamo questo dolore spontaneo ai denti sembra essere il primo su DalDentista .
]]>É abbastanza noto il fatto che il suffisso “-ite”, in medicina, indica in generale uno stato di infiammazione a livello di un tessuto, indicato normalmente proprio dal prefisso. La pulpite è quindi l’infiammazione della polpa dentaria. La polpa dentaria è uno dei tessuti che costituiscono il dente e si trova contenuta all’interno di uno spazio chiamato camera pulpare, interno al dente stesso e collegato con la parte cava delle radici. È un tessuto vitale e molto reattivo, perché è il punto in cui si raccolgono i vasi e i nervi del dente. Lo stimolo dolorifico detto comunemente “mal di denti”, perciò, può rappresentare proprio un’espressione dell’infiammazione della polpa, e viene condotto a partire dagli stessi nervi contenuti nella polpa.
Nella maggior parte dei casi, la causa dell’infiammazione è dovuta alla colonizzazione batterica, vale a dire che i batteri responsabili di una carie dei tessuti duri sovrastanti sono riusciti a infiltrarsi fino nella camera pulpare. In realtà, gli stimoli possono essere anche altri, motivo per cui gli odontoiatri sono soliti fare una distinzione in base alla prognosi, più che alle cause. Si definisce pulpite reversibile una sofferenza temporanea e di estensione limitata a livello della polpa. Si assiste ad una maggiore sensibilità a livello del dente colpito. Una volta individuato o comunque rimosso lo stimolo infiammatorio, la polpa avrà modo di recuperare, rimanendo così viva. Se però l’infiammazione prosegue, o comunque, quando colpisce una porzione ampia della polpa, si passerà ad un livello di pulpite definito come irreversibile. Il dolore aumenta e la patologia porterebbe alla morte del tessuto pulpare. Tale situazione può andare a condizionare anche il trattamento, dato che si può osservare una minore risposta all’anestesia locale.
La terapia atta ad evitare la necrosi (ovvero la morte della polpa) e le relative conseguenze, consiste nella devitalizzazione del dente: si espone la polpa infiammata, la si rimuove e infine gli spazi vuoti vengono riempiti con dei materiali appositi.
Da un punto di vista pratico, il paziente non sempre è in grado di distinguere la pulpite da un semplice aumento della sensibilità dentale, che dev’essere comunque indagato. In linea di massima, però, il paziente che manifesti un dolore dentale acuto che si è presentato in tempi relativamente rapidi, dovrebbe andare dal dentista: attraverso delle specifiche prove di sensibilità e altre indagini, sarà possibile determinare se si tratti realmente dei segni di una pulpite e, comunque, intervenire.
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